La Piazza Grande · Formento Roberto · 19 Novembre 2024

Mondovì: zona logistica, a che punto siamo?

Mentre nell'alessandrino è già partita la perimentazione, il sindaco chiede lumi in Regione

Zona logistica semplificata, a che punto siamo? Lo chiede l’Amministrazione comunale monregalese a quella regionale, dopo che – ad inizio novembre - una deliberazione della Giunta Regionale piemontese individuava le prime perimetrazioni di ZLS in alcune aree della provincia di Alessandria. Il sindaco di Mondovì, Luca Robaldo, ha rivolto un’apposita istanza all’assessore regionale alla Logistica e alle Infrastrutture strategiche, Enrico Bussalino, chiedendo aggiornamenti sull’espletamento della suddetta manifestazione d’interesse. Al momento non sono ancora giunti riscontri alla sollecitazione. Nel gennaio del 2022 il Comune di Mondovì aveva partecipato all’apposita manifestazione di interesse emessa dalla Regione Piemonte, volta a proporre siti da destinare come “Zona logistica semplificata - Porto e retroporto di Genova”, comprendente i porti di Savona, Vado, Prà e Genova. Un’iniziativa pensata, appunto, per individuare ambiti territoriali da proporre al Ministero delle Infrastrutture e alla quale si era proposta l’Amministrazione comunale monregalese, unica dell’intera provincia di Cuneo.

La filosofia della ZLS
La Zona logistica semplificata del porto di Genova - che attualmente comprendente i territori portuali e retroportuali del Comune di Genova, fino a includere i retroporti di Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzano, Milano Smistamento, Melzo e Vado Ligure – è stata istituita dopo il crollo del ponte Morandi, nell’ottica di una semplificazione e di una velocizzazione delle procedure logistiche e doganali, oltre che dell’insediamento di nuove attività logistiche di supporto ai settori commerciali e industriali del porto. 
Non sono previste agevolazioni fiscali, ma procedurali: la riduzione generale di un terzo dei termini procedimentali previsti, soprattutto in materia di valutazioni ambientali; la riduzione della metà dei termini della conferenza dei servizi semplificata e del silenzio assenso nei rapporti tra Pubbliche Amministrazioni; l’introduzione dell’“autorizzazione unica”, nella quale confluiscono tutti gli atti di autorizzazione, assenso e nulla osta previsti dalla vigente legislazione in relazione all’opera da eseguire, al progetto da approvare o all’attività da intraprendere.
I Comuni piemontesi candidati ad essere retroporto di Genova sono 14: Novara Interporto, Torino Interporto, Asti, Basaluzzo, Borghetto Borbera, Casale, Castelletto Monferrato, Castelnuovo Scrivia, Pozzolo Formigaro, Serravalle Scrivia, Silvano d’Orba, Tortona, Villanova d’Asti, ed anche Mondovì, unico per la “Granda”.
All’interno delle aree riconosciute ZLS, il Ministero potrà individuare due o tre zone che diventeranno in futuro le piattaforme retroportuali del sistema di scali liguri, in capo alle Autorità portuali. La Regione ha già provveduto alla prima individuazione dei perimetri delle aree di Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi Ligure, Alessandria, Castellazzo Bomida, Ovada e Belforte Monferrato, tutti ricadenti geograficamente nel territorio retroportuale della Città di Genova, in provincia di Alessandria.
L’Alessandrino sembra ovviamente essere il principale e più naturale sbocco per il Genovese. Non solo per la sua posizione geografica, ma anche per l’ampia concentrazione di servizi logistici: l’interporto di Rivalta Scrivia, il Terminal Rail Hub Europe, un terminal ferroviario container già connesso con i porti liguri, collegato con la stazione di Rivalta Scrivia posta sulla linea Novi Ligure-Tortona; il polo logistico di Pozzolo Formigaro. Inoltre a sud lc’è ’interporto di Arquata Scrivia posizionato in prossimità dell’A7 connesso alla linea ferroviaria per Genova; tre sono gli scali merci ferroviari: Alessandria smistamento, Casale Monferrato e Novi Ligure. Lo scorso marzo, infine, è stato presentato un Piano di Fattibilità Economica Finanziaria per la realizzazione dell’hub intermodale e polo di interscambio; entro dicembre si attende il masterplan dell’hub. Insomma, l’Alessandrino da questo punto di vista è decisamente più “avanti”.

Il ruolo di Mondovì
In questo panorama si inserisce la candidatura di Mondovì, che – pur non essendo comunicante direttamente con il porto di Genova possiede i requisiti richiesti -. Quale sarebbe l’area interessata per quanto riguarda la città? Essenzialmente una “integrazione” dell’area industriale (ne parleremo nell’intervista all’assessore Alberto Rabbia sul prossimo numero, ndr) nell’area tra tra corso Francia, corso Inghilterra e la tangenziale. Area che accoglie in pieno i requisiti proposti dalla Regione, ossia conformità urbanistica già in essere, assenza di vincoli, vicinanza all’autostrada o scali ferroviari; e che ospita già aziende che si occupano brillantemente di logistica e smistamento merci.