Il Giornale del Piemonte e della Liguria · Formento Roberto · 02 Novembre 2024
Il futuro del Paese, partendo da Einaudi
Sei storie di imprenditoria locale ‘illuminate’ da idee senza tempo, proiettandoci nel domani
È veramente sorprendente come il pensiero di un grande uomo, di un grande statista, sia immortale, moderno, declinabile ed applicabile ai giorni nostri, in più campi. E Luigi Einaudi – di cui in questo 2024 si celebrano i 150 dalla nascita – un “grande” lo è stato veramente: il convegno, che è stato il terzo appuntamento organizzato dalle testate del nostro gruppo editoriale dedicato alla figura del grande statista cuneese ha visto protagonisti sei tra imprenditori e liberi professionisti del territorio piemontese, in svariati settori, ne è stato l’ennesima riprova.
Dalle parole di quanti sono intervenuti si è reso evidente quanto il pensiero di Einaudi sia moderno e, nonostante siano passati molti anni, sappia ancora essere un “faro” in grado di orientare a sua volta il pensiero.
Anzi forse ci vorrebbe anche “un po’ più” di Einaudi, nelle nostre coscienze, come ha sottolineato nell’apertura dei lavori Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo, la cui prestigiosa sede ha ospitato il convegno, moderato dalla giornalista economica Rosaria Ravasio: “Dobbiamo essere orgogliosi di far parte del territorio che ha dato i natali a Luigi Einaudi – ha detto – ma purtroppo spesso ce ne dimentichiamo. Il suo pensiero è in grado ancora oggi di orientare eccellenze imprenditoriali, e di incidere sulla società: è anche genitore di tanta ‘buona politica’, ed in questo forse siamo ancora carenti. Troppo spesso ci accontentiamo di essere ‘buoni amministratori’, non osiamo spingerci più in là, in quello che sarebbe un passo importante verso la creazione di una classe politica nuova”.
Prima dell’intervento dei sei protagonisti del dibattito, una ricca e ragionata introduzione da parte di Vincenzo Morgante, direttore di TV2000 e InBlu Radio. Introduzione che ha saputo cogliere non esclusivamente le sfaccettature di Einaudi statistico e politico, ma anche di economista. «Einaudi – ha evidenziato Morgante -. fu non solo statista, ma anche gigante del pensiero filosofico sulla politica sociale. Sviluppò un concetto di ‘solidarietà sociale’ conseguibile attraverso le regole di mercato, con la circoscrizione dei monopoli, a favore del libero mercato. Se l’equilibrio di ‘società sana non si crea con il libero mercato, allora lo Stato può e deve intervenire, con opportune politiche fiscali». In questo quadro si inserisce la figura dell’imprenditore di oggi, quello moderno, quello che “deve ragionare in un’ottica di etica delle responsabilità – ha proseguito Morgante -, sia che venga da una storia radicata sul territorio, che guardi invece con più attenzione ai mercati esteri. Una classe imprenditoriale che riscopra sempre più la cultura dell’impegno, del merito. Che sia di esempio per tutto un paese che dovrà ripartire dai doveri – non solo dai diritti – per riacquisire la voglia di crescere e di camminare”.
All’introduzione sono seguite le “storie” di imprenditori la cui filosofia di fondo oggi si rispecchia molto nelle parole, nelle teorie e nelle prerogative del pensiero di Einaudi. Le riassumiamo qui sotto.
Dalle parole di quanti sono intervenuti si è reso evidente quanto il pensiero di Einaudi sia moderno e, nonostante siano passati molti anni, sappia ancora essere un “faro” in grado di orientare a sua volta il pensiero.
Anzi forse ci vorrebbe anche “un po’ più” di Einaudi, nelle nostre coscienze, come ha sottolineato nell’apertura dei lavori Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo, la cui prestigiosa sede ha ospitato il convegno, moderato dalla giornalista economica Rosaria Ravasio: “Dobbiamo essere orgogliosi di far parte del territorio che ha dato i natali a Luigi Einaudi – ha detto – ma purtroppo spesso ce ne dimentichiamo. Il suo pensiero è in grado ancora oggi di orientare eccellenze imprenditoriali, e di incidere sulla società: è anche genitore di tanta ‘buona politica’, ed in questo forse siamo ancora carenti. Troppo spesso ci accontentiamo di essere ‘buoni amministratori’, non osiamo spingerci più in là, in quello che sarebbe un passo importante verso la creazione di una classe politica nuova”.
Prima dell’intervento dei sei protagonisti del dibattito, una ricca e ragionata introduzione da parte di Vincenzo Morgante, direttore di TV2000 e InBlu Radio. Introduzione che ha saputo cogliere non esclusivamente le sfaccettature di Einaudi statistico e politico, ma anche di economista. «Einaudi – ha evidenziato Morgante -. fu non solo statista, ma anche gigante del pensiero filosofico sulla politica sociale. Sviluppò un concetto di ‘solidarietà sociale’ conseguibile attraverso le regole di mercato, con la circoscrizione dei monopoli, a favore del libero mercato. Se l’equilibrio di ‘società sana non si crea con il libero mercato, allora lo Stato può e deve intervenire, con opportune politiche fiscali». In questo quadro si inserisce la figura dell’imprenditore di oggi, quello moderno, quello che “deve ragionare in un’ottica di etica delle responsabilità – ha proseguito Morgante -, sia che venga da una storia radicata sul territorio, che guardi invece con più attenzione ai mercati esteri. Una classe imprenditoriale che riscopra sempre più la cultura dell’impegno, del merito. Che sia di esempio per tutto un paese che dovrà ripartire dai doveri – non solo dai diritti – per riacquisire la voglia di crescere e di camminare”.
All’introduzione sono seguite le “storie” di imprenditori la cui filosofia di fondo oggi si rispecchia molto nelle parole, nelle teorie e nelle prerogative del pensiero di Einaudi. Le riassumiamo qui sotto.