La Piazza Grande · Formento Roberto · 05 Febbraio 2025

Fondo storico: alle ex-Orfane la sua nuova casa

Sabato si svelano i dettagli del progetto di trasferimento

Un grande progetto, con un duplice scopo: valorizzare una risorsa inestimabile ma decisamente poco conosciuta; coniugare un’affascinante bellezza alla cultura, al turismo, ma anche all’utilità dello studio. Questa la filosofia dalla quale muove il progetto di ricollocazione del Fondo storico della Biblioteca civica di Mondovì.
Che cos’è il Fondo storico? Si tratta di un patrimonio librario di grandissimo valore: si parla di circa 25 mila libri antichi, di cui oltre un centinaio di manoscritti, una cinquantina di incunaboli, un migliaio di cinquecentine, ossia edizioni a stampa realizzate nel sedicesimo secolo. Lì dentro c’è tutta la storia – amministrativa, religiosa, “politica” - della Mondovì antica, di una Mondovì che era “centro del mondo”: una storia che non solo va conservata dal punto di vista tecnico e logistico, ma valorizzata anche dal punto di vista estetico.
Purtroppo oggi il Fondo storico “langue” all’ultimo piano della Biblioteca civica. I lettori ricorderanno del progetto di trasferire la biblioteca stessa dall’attuale sede di via Francesco Gallo ai locali dell’ex-Tribunale in piazza Maggiore (con i giudici di pace traslocati invece in Antico palazzo di Città): di questo spostamento non fa parte, invece, il Fondo storico, che imbocca un’altra rotta e prende la strada delle ex-Orfane.
Dove ha sede un altro progetto ambizioso: con “Liber” il Comune sta creando un Polo culturale di livello, che già ospita, al piano terra della struttura, il Museo civico della Stampa, che – riveduto, ampliato e modernizzato – ha traslocato qui nel 2022. Già di per sé l’ambito – un convento risalente ai primi anni del Seicento con l’insediamento dei carmelitani, poi soppiantati dall’Istituto delle Orfane ad inizio 800 – è ricco di suggestioni architettoniche ed estetiche, così come gli spazi esterni. 
Ora viene integrato con un altro “gioiellino”: il Fondo storico. “Fino dal 2022 – ci racconta l’assessore alla Cultura del Comune di Mondovì, Francesca Botto – abbiamo avuto contatti con l’allora sovrintendente ai Beni archivistici, dottore Benedetto, che ci aveva indicato una possibile strada per il trasferimento del Fondo al Polo culturale delle Orfane, con collocazione al primo piano fuori terra. Successivamente abbiamo individuato una società, Officina delle Idee, che ci ha proposto un progetto molto valido per la valorizzazione del Fondo”.
Che significa, come dicevamo ad inizio articolo, percorrere una doppia strada: non solo quello di una maggiore fruibilità rispetto all’attuale, ma anche renderlo godibile agli occhi. “In proposito – prosegue l’assessore Botto – mi sono raccomandata che l’allestimento non prevedesse una mera serie di mobili o scaffalature stile magazzino, ma che il patrimonio librario fosse sistemato in un ambito utile per lo studioso, ma anche bello da vedere per il visitatore o turista”.
Un progetto che è piaciuto molto, tanto che è stato candidato al cosiddetto “art bonus”, ossia un percorso a sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale, con notevoli benefici fiscali sotto forma di credito di imposta. Ci si ricollega, qui, alla questione economica di un progetto che, in quanto di notevole entità, richiede anche un impegno economico importante. “La prima ad aver creduto a questo percorso – evidenzia l’assessore Botto – è stata la Fondazione CRC, che ha previsto uno stanziamento di 500 mila euro”. A questo si è aggiunta una importante integrazione di Intesa Sanpaolo, che ha contribuito per 300 mila euro.
“Grazie a questi stanziamenti – prosegue Francesca Botto – riusciamo a partire con la progettualità, compresa una gara per piccole opere infrastrutturali necessarie per il trasferimento. Abbiamo poi promosso una gara per la creazione dell’allestimento, che come detto non sarà di tipo “industriale”, ma completamente su misura e ad hoc. Ci saranno mobili prevalentemente in trasparenza, quasi come teche, con ovviamente tutti i crismi per la conservazione di un materiale che è antico e si è tramandato nei tempi”. 
Una volta completato l’allestimento, ecco una seconda sfida, ossia quella dello spostamento tout court, e delle modalità di consultazione: “Abbiamo incaricato una società per la catalogazione del materiale – spiega l’assessore Botto – e per approntare un percorso ragionato per lo spostamento del Fondo. Per l’accesso, invece, stiamo ragionando: immaginiamo la possibilità di abbinare la visita al Fondo storico a quella del museo della Stampa. Invece, a beneficio degli studiosi in consultazione, pensiamo ad un accesso al sito come fosse una ‘succursale’ della biblioteca, con orari di ampio respiro”. 
In gioco, poi, c’è ancora un’ultima tranche del progetto Liber, quella legata ai lavori all’ultimo piano della struttura (legati a fondi PNRR) che dovrebbero concludersi entro l’estate dell’anno corrente. Così, come da progettualità globale originaria (finanziata, tra l’altro con fondi FARO da Fondazione CRC per 2 milioni di euro), “Liber” avrà tre piani: il primo, “Piombo”, dedicato al Museo della Stampa; il secondo, “Carta”, dedicato al Fondo storico; ed appunto il terzo, “Aria”, che sarà con tutta la probabilità uno spazio ibrido, dedicato a convegni e mostre, e comunque non un allestimento fisso. 
I percorsi intrapresi e da intraprendere verranno raccontati in una conferenza stampa in calendario per sabato 8 febbraio alle 11.30 presso il Polo culturale delle ex-Orfane.