RINA RAFFORZA LA SALA COMANDO E METTE LA PRUA SULLA BORSA
Ugo Salerno resta presidente del gruppo (con deleghe) Carlo Luzzatto, nuovo ad, arriva insieme a 250 milioni

Per far capire l’entità della svolta, basti pensare che al timone del gruppo Rina, Ugo Salerno non sarà più da solo. Che sarà affiancato da un su- per manager che ricoprirà il ruolo di amministratore de- legato. L’ingegner Salerno - che da 21 anni è testa e cuo- re della multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica - resterà presidente, anche se la sua non sarà una figura meramente onoraria e gli sa- ranno affidate alcune dele- ghe operative strategiche.
Ma la svolta sta anche nel motivo di questo rafforza- mento dei massimi vertici aziendali. L’obiettivo dichia- rato del gruppo è Piazza Af- fari e la rotta tracciata sarà percorsa nei prossimi tre/cinque anni. Un sogno che Rina coltiva da tempo, ma che adesso vede vicino. Un traguardo cui però la so- cietà - nella tradizione di so- lidità a serietà che affonda le proprie radici nel lontano 1861, nell’anno dell’unità d’Italia e della fondazione del Registro Italiano NAvale - vuole arrivare con la dovu- ta preparazione. Ed è qui che il gruppo si è posto alcuni target da raggiungere prima di chiedere e ottenere la quotazione.
Lo stesso Ugo Salerno in- dica la necessità di ottenere ricavi consolidati pari a 1,1 / 1,2 miliardi. Tanto per ren- dere l’idea del trend garan- tito dallo stesso presidente, nel 2020 questo valore era pari a 480 milioni, mentre le prime stime del bilancio 2023 parlano di ricavi non lontani dagli 800 milioni. Anche l’Ebitda, cioè il mar- gine operativo lordo al net- to di tasse, ammortamenti, svalutazioni e altri valori, che oggi è pari al 13% circa, do- vrà salire, negli obiettivi del gruppo, intorno al 15%. Non solo attraverso l’acquisizio- ne di nuove aziende, ma so- prattutto come lievitazione del giro d’affari.
Se Salerno è stato l’indi- scusso protagonista e artefi- ce della crescita inarrestabi- le che ha vissuto in questi anni il Rina, oggi che ha da- vanti a sé un obiettivo stori- co, è il primo a cercare una forte collaborazione: «Riten- go giusto separare le cariche di presidente e ad, intendia- mo affidare all’amministra- tore delegato il ruolo di ca- po azienda. Anche se sì, con- tinuerò ad avere un ruolo at- tivo».