L’intervento fuori tempo massimo del Mise sul macrodanno
Il ministero dello Sviluppo economico ha proposto, dopo circa 15 anni, con colposo italico ritardo, uno scheletro unico per le tabelle di risarcimento delle lesioni aventi come range di invalidità 10-100 punti
Il ministero dello Sviluppo economico ha proposto, dopo circa 15 anni, con colposo italico ritardo, uno scheletro unico per le tabelle di risarcimento delle lesioni aventi come range di invalidità 10-100 punti, seguendo il dettato dispositivo dell’art. 138 del codice delle assicurazioni.
La tabella unica nazionale proposta dal Mise rappresenta, senz’altro, una svolta per la materia dei risarcimenti dei danni non patrimoniali (biologico e morale) più gravi derivanti sia da incidenti stradali sia da errori sanitari. Tuttavia, in merito ai contenuti, la strada da percorrere per arrivare ad un risultato soddisfacente è ancora decisamente lunga e tortuosa.
L’idea di avere una tabella unica nazionale non può che costituire un miglioramento sia in relazione all’impresa assicurativa/danneggiata,
sia in relazione ai costi del contenzioso. La tabella, infatti, diminuisce ampiamente i margini di discrezionalità dei giudici e, di conseguenza, l’incertezza sui valori dei risarcimenti e sulla parità di trattamento. Ben accetta sarà la tabella unica per risolvere, in particolare, l’attuale contrasto ideologico e metodologico tra tabelle di Milano e tabelle di Roma, conflitto che non ha fatto altro che incrementare l’esigenza di prevedibilità e certezza.
L’attuale tabella proposta dal Mise conserva intatti sia il precedente impianto sia le voci tabellari, con un imple- mento di ulteriori 86 valu- tazioni per un totale di 244 voci, con forte espansione del danno psichico e visivo. Ma al di là di questo, vi sono diverse criticità che richiedono, forse, la necessità di un barème obbligatorio.
ARTICOLO COMPLETO SUL “GIORNALE DELLE ASSICURAZIONI” DI MAGGIO