Giornale delle Assicurazioni · Redazione · 01 Settembre 2021

Agenti di assicurazione, non ci resta che la protesta

Con il Provvedimento n.97 ed il Regolamento n.45 si rischia di introdurre in Italia, per via regolamentare cioè con provvedimenti secondari, vere e proprie scelte di politica assicurativa

Gli agenti assicurativi italiani si sono sempre distinti per la loro grande capacità di adattamento alla realtà del mercato, da sempre in evoluzione, anche nei periodi di grande cambiamento. Pensiamo alla sopravvivenza di questa atipica categoria imprenditoriale nelle fasi belliche e post-belliche del ‘900, ma pensiamo anche alla capacità di riorganizzare velocemente il proprio business in seguito alle “lenzuolate” delle liberalizzazioni Bersani, alla soppressione dei vincoli pluriennali delle polizze ed alla definitiva messa fuori legge dei patti di esclusiva tra agenti ed imprese. Quest’ultimo provvedimento, ad esempio, nonostante abbia comportato certamente, per molti intermediari, la messa al bando di una sorta di illusoria protezione, per la stragrande maggioranza degli agenti è stato salutato con favore ed ha creato l’opportunità, colta da quasi il 60% delle agenzie attualmente operative, di servire i clienti con una modalità pluriofferta più al passo con i tempi. Esiste però una variabile che purtroppo, nei decenni, è stata spesso sottovalutata e che è rappresentata dallo strumento normativo e regolamentare. In alcune occasioni, come quelle che abbiamo appena citato e come nel caso della L. 221/2012, la cosiddetta “Fioroni-Vicari” dal nome delle due parlamentari che più degli altri si sono impegnate per la sua approvazione, gli agenti hanno tratto giovamento dagli interventi legislativi e conquistato, grazie alla legge, libertà professionali che probabilmente non sarebbero mai stati in grado di ottenere per via negoziale. In altre invece, il risultato è stato al contrario.

ARTICOLO  COMPLETO SUL “GIORNALE DELLE ASSICURAZIONI” DI MAGGIO