"Africa e flussi, il problema può diventare un’opportunità"
IL PUNTO di Rosaria Ravasio

Nei prossimi anni assisteremo ad un’imprevedibile ascesa economica, ma non sarà nella vecchia Europa e neppure nella decantata America. La protagonista del miracolo sarà I’Africa, proprio il continente da dove oggi, apparentemente, tutti scappano. Ovviamente questa è un’affermazione, che può avere un certo margine di errore, perchè non esiste una formula precisa, che possa spiegare i tanti se, di cui è puntellata la storia, sia presente, che passata, figuratevi futura. Ma se è vero che dalla storia si può imparare, direi che la “profezia di un miracolo economico africano” non può essere tanto lontana dalla realtà. Perchè?
Perchè esiste un preciso indicatore che accomuna la crescita e lo sviluppo improvviso delle civiltà: l’ambiente ostile.
Per fare capire si possono prendere a prestito le paro- le scritte da Ngozi Okonjo- Iweala, ministro delle Fi- nanze nigeriano ed ex ma- naging director della Banca Mondiale, nel libro “The Fa- stest Billion”: «Immaginate un continente lacerato dal- le guerre, sconvolto dai con- flitti etnici e religiosi, dalla malnutrizione, dalle malat- tie e dall’analfabetismo, ul- teriormente esasperato da frontiere malamente trac- ciate, dal forte retaggio post coloniale e dall’incessante ingerenza di potenze stra- niere. Il reddito pro capite di questa parte del mondo è di circa 400 dollari e solo una piccola percentuale della sua vasta popolazione ha ricevuto un’istruzione elementare.
I governanti spendono le entrate generate dalle ab- bondanti risorse naturali per fini personali, invece che per il bene comune. La prospettiva di migliorare le condizioni di vita delle mol- titudini di persone che vi- vono ai livelli minimi di sus- sistenza, o appena sopra gli stessi, è remota». Ovviamente tutti stiamo pensando che si stia parlan- do dell’Africa, ma non è co- sì.
In questo passaggio è de- scritto lo status dell’Asia ver- so la metà degli anni settan- ta, «un’area del mondo» scrive lo statista Okonjo- Iweala, «che ha affrontato duecento anni di declino, il dominio imperiale e una stagnazione economica inimmaginabile, prima di iniziare il cammino che l’avrebbe trasformato nel continente economicamen- te più vivace della terra»...
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