Consiglio comunale: sicurezza protagonista
I recenti fatti di cronaca hanno acuito la percezione di insicurezza dei cuneesi
Esattamente come per la scuola, il primo consiglio comunale di settembre segna un inizio simbolico per “l’anno amministrativo”. Dopo la pausa estiva, maggioranza e opposizioni riprendono le fila di quanto lasciato in sospeso o emerso nel corso dell’estate per dare avvio a nuovi confronti. Dopo i furti negli esercizi commerciali del centro storico, l’aggressione in piazza Boves e i furti nelle abitazioni, a tenere banco nel primo consiglio comunale post-vacanze è stato indubitabilmente il tema della sicurezza, sviscerato in particolare nelle interpellanze proposte dai consiglieri Franco Civallero di Forza Italia e Massimo Garnero di Fratelli d’Italia e incentrate, rispettivamente, sul più generico tema della sicurezza in città e sull’andamento dei provvedimenti di Daspo urbano, ora Daspo “Willy”.
La percezione dell’insicurezza è già essa stessa insicurezza e, come ricordato dai consiglieri Giancarlo Boselli degli Indipendenti e Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia, soprattutto in alcune zone “calde” della città i cittadini sono preoccupati e spaventati per la diffusione a macchia d’olio degli episodi di microcriminalità.
Uno dei deterrenti maggiormente invocati nella seduta consiliare sono state le videocamere, che sul territorio del Comune di Cuneo sono circa 700 e il cui utilizzo, soprattutto in determinate vie, ha rappresentato davvero un efficace strumento di contrasto alla malavita, ma purtroppo il monitoraggio degli schermi richiederebbe un impiego ingente di risorse delle forze dell’ordine, le cui attività invece devono ovviamente essere trasversali e in grado di coprire tutto il territorio di loro competenza.
Un altro fattore da analizzare sono poi le condizioni di degrado di alcune aree dove, purtroppo, la situazione sociale porta a esasperazioni che sfociano in criminalità ma anche in abuso di sostanze difficili da contenere e prevedere. Le misure di allontanamento amministrativo per chiunque si dimostri una minaccia per la sicurezza pubblica, misure già adottata dai Comuni di Mondovì e Alba e caldamente incoraggiate dalla Prefettura in sede di tavolo di lavoro, sono solo una parte di ciò che l’amministrazione si sta proponendo di fare per tutelare maggiormente la sicurezza, come ricordato dalla sindaca Patrizia Manassero. Oltre a questo, come evidenziato da Bongiovanni, in alcuni quartieri specifici quali il San Paolo è stata proposta una videosorveglianza partecipata, ma i costi di installazione per i residenti sarebbero stati ingenti, nonostante il supporto del Comune per l’agevolazione dell’iter burocratico. Grazie ai fondi del Ministero dell’Interno, e con un contributo comunale pari al 50% del costo complessivo, proprio in questi giorni è in corso però l’installazione delle telecamere ai Giardini Carolina Invernizio, lungo viale Mistral (fronte Chiocciola degli Angeli), proprio all’imbocco del quartiere San Paolo, oltre all’installazione già terminata o in corso d’opera di videocamere in via Silvio Pellico, corso IV Novembre, corso Monviso e la frazione Confreria. Il controllo e la repressione, però, da soli non bastano, ma è necessario un lavoro più profondo di recupero degli spazi e degli edifici, sia pubblici, sia privati, e di una consapevolezza sociale che permetta di prevenire, non solo di punire, così da eradicare il disagio alla base, tutte misure ampiamente descritte dagli assessori Cristina Clerico e Andra Girard.
Cuneo è al novantanovesimo posto tra le città più sicure d’Italia, secondo una recente classifica pubblicata da IlSole24Ore, ma la percezione che serpeggia tra i cuneesi inizia a essere nettamente diversa. Per garantire la sicurezza della città servono sforzi congiunti in grado di unire la repressione del crimine a interventi ad ampio raggio che possano evitare situazioni di tensione sociale e marginalità.
La percezione dell’insicurezza è già essa stessa insicurezza e, come ricordato dai consiglieri Giancarlo Boselli degli Indipendenti e Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia, soprattutto in alcune zone “calde” della città i cittadini sono preoccupati e spaventati per la diffusione a macchia d’olio degli episodi di microcriminalità.
Uno dei deterrenti maggiormente invocati nella seduta consiliare sono state le videocamere, che sul territorio del Comune di Cuneo sono circa 700 e il cui utilizzo, soprattutto in determinate vie, ha rappresentato davvero un efficace strumento di contrasto alla malavita, ma purtroppo il monitoraggio degli schermi richiederebbe un impiego ingente di risorse delle forze dell’ordine, le cui attività invece devono ovviamente essere trasversali e in grado di coprire tutto il territorio di loro competenza.
Un altro fattore da analizzare sono poi le condizioni di degrado di alcune aree dove, purtroppo, la situazione sociale porta a esasperazioni che sfociano in criminalità ma anche in abuso di sostanze difficili da contenere e prevedere. Le misure di allontanamento amministrativo per chiunque si dimostri una minaccia per la sicurezza pubblica, misure già adottata dai Comuni di Mondovì e Alba e caldamente incoraggiate dalla Prefettura in sede di tavolo di lavoro, sono solo una parte di ciò che l’amministrazione si sta proponendo di fare per tutelare maggiormente la sicurezza, come ricordato dalla sindaca Patrizia Manassero. Oltre a questo, come evidenziato da Bongiovanni, in alcuni quartieri specifici quali il San Paolo è stata proposta una videosorveglianza partecipata, ma i costi di installazione per i residenti sarebbero stati ingenti, nonostante il supporto del Comune per l’agevolazione dell’iter burocratico. Grazie ai fondi del Ministero dell’Interno, e con un contributo comunale pari al 50% del costo complessivo, proprio in questi giorni è in corso però l’installazione delle telecamere ai Giardini Carolina Invernizio, lungo viale Mistral (fronte Chiocciola degli Angeli), proprio all’imbocco del quartiere San Paolo, oltre all’installazione già terminata o in corso d’opera di videocamere in via Silvio Pellico, corso IV Novembre, corso Monviso e la frazione Confreria. Il controllo e la repressione, però, da soli non bastano, ma è necessario un lavoro più profondo di recupero degli spazi e degli edifici, sia pubblici, sia privati, e di una consapevolezza sociale che permetta di prevenire, non solo di punire, così da eradicare il disagio alla base, tutte misure ampiamente descritte dagli assessori Cristina Clerico e Andra Girard.
Cuneo è al novantanovesimo posto tra le città più sicure d’Italia, secondo una recente classifica pubblicata da IlSole24Ore, ma la percezione che serpeggia tra i cuneesi inizia a essere nettamente diversa. Per garantire la sicurezza della città servono sforzi congiunti in grado di unire la repressione del crimine a interventi ad ampio raggio che possano evitare situazioni di tensione sociale e marginalità.