PER MEMORIA OLTRE VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA
EDITORIALE DI ALDO MOLA

Passata la tempesta s’odono augel- li far festa? Sì. Sono loro. Da un can- to con la voce roca qualche pavone richiama su di sé l’attenzione men- tre fa la ruota. Dall’altro imperversa- no le cornacchie. Tutti insieme pren- dono a pretesto la morte di Vittorio Emanuele di Savoia per rinfocolare antiche polemiche contro i soliti ber- sagli. Il primo è stato lui, il «principe rimasto senza trono», l’«ultimo «non re” d’Italia», «l’uomo che non voleva diventare re», «il principe che diven- ne affarista inseguito da inchieste e polemiche». Sono alcuni titoli delle pagine di quotidiani che ne hanno ri- epilogato le vicende giudiziarie, di- lungandosi nei dettagli di cronaca per ricordare infine in due righe che da indagini e processi andò assolto, se non per un reato marginale, qua- le l’aver portato un’arma fuori della sua dimora. Dunque niente di nuo- vo sotto il sole. Un giornale ha sinte- tizzato «Indietro Savoia», prenden- do a prestito il titolo di un libro di molto tempo addietro, infarcito di pregiudizi e non privo di qualche svi- sta.
Quali, in sintesi, i principali adde- biti mossi a Vittorio Emanuele di Sa- voia? Innanzitutto essere stato un “personaggio insignificante” e quin- di immeritevole di tributi pubblici. Ma allora, perché scriverne tanto, sprecando carta, un bene sempre più prezioso? Poi di essere una figura in- compatibile con Torino, “capitale della Resistenza e città dai forti sen- timenti repubblicani”.
ARTICOLO COMPLETO SU "IL GIORNALE DEL PIEMONTE E DELLA LIGURIA"